Con l’aggressione della Russia all’Ucraina nel febbraio del 2022, i venti di guerra sono tornati a soffiare sull’Europa, rompendo l’ininterrotto periodo di relativa pace successivo alla fine dell’ultimo conflitto mondiale. Anche i conflitti iugoslavi degli anni novanta del secolo scorso avevano abituato ancor più l’Europa occidentale a considerare la guerra come un fenomeno con cui confrontarsi, certo, ma al di là dei propri confini. Nei decenni e nei secoli precedenti, tuttavia, la guerra è stata una realtà che ha riguardato ogni generazione di esseri umani, plasmando la società e gli individui e lasciando un segno sul loro modo di stabilire rapporti culturali, oltre che di vita. L’interdipendenza europea, che proprio nell’arte celebrò i traguardi più appariscenti nel dialogo fra i propri protagonisti, non impedì che periodicamente si manifestassero fratture violente, mettendo a dura prova i legami tra i popoli. Dalla fine del Medioevo in poi lo scontro tra le nazioni è stato costante, e regolarmente è sfociato in conflitti armati più o meno duraturi direttamente rispecchiati nelle testimonianze artistiche. Ne abbiamo un costante riflesso nelle espressioni della musica: in quelle destinate a sostenere le armate in combattimento, in quelle che ne celebravano le vittorie.
Il suono della guerra è un’ampia rassegna critica di come la musica abbia rappresentato, accompagnato, sostenuto, e anche denunciato i conflitti armati nella storia. Seguendo una cronologia libera e mai pedissequa, la narrazione prende le mosse dal Rinascimento e arriva fino alle soglie del terzo millennio, attraversando battaglie, scontri, rivoluzioni e repressioni europee e mondiali, in continuo e fitto dialogo con un’imponente raccolta di documenti che raccontano i complessi rapporti tra gli strumenti della musica e gli strumenti della guerra.
Una ricca rassegna storica per capire come la musica può entrare in guerra e come la guerra può comporre la musica.
Carlo Piccardi (Astano, 1942), musicologo e critico musicale, membro del comitato di redazione di Musica/Realtà, per quasi quarant’anni è stato responsabile dei programmi musicali e culturali della Rsi – Radiotelevisione Svizzera di lingua Italiana. Dal 2002 al 2016 ha coordinato a Lugano il Progetto Martha Argerich. Fra le sue pubblicazioni ricordiamo Maestri viennesi: Haydn, Mozart, Beethoven, Schubert (Ricordi-Lim, 2011) e La rappresentazione della piccola patria. Gli spettacoli musicali della Fiera Svizzera di Lugano 1933-1953 (Lim-Casagrande, 2013).
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