Il maiale che cantava alla luna è il racconto delle sorprendenti vite interiori di suini, ovini, bovini e polli, capaci al pari nostro di provare dolore, curiosità, affetto, nostalgia. Un classico degli studi sugli animali che è anche un manifesto contro l’antropocentrismo egoista di chi li considera solo come esseri senza volontà, nati all’unico scopo di venire macellati, tosati, scuoiati, spiumati o munti.
Piglet vive su una spiaggia in Nuova Zelanda e adora ascoltare il violino; Helen è cieca e zoppica un po’ ma si è integrata perfettamente nel gruppo, guadagnandosi il rispetto di tutti; Lulu ha salvato la vita della sua amica Joanne quando ha avuto un malore. Sono storie che potrebbero appartenere a uno qualsiasi di noi umani e invece parlano di animali «da fattoria», ognuno con la sua personalità unica e ben de- nita. È partendo da questo spunto che Jeffrey Moussaieff Masson indaga il nostro rapporto con le specie che più ci stanno vicino, dallo squilibrio di potere – siamo noi a bere il loro latte, a vestirci con la loro pelle e il loro pelo, a nutrirci con la loro carne – fino ai falsi miti sulla loro incapacità di provare emozioni, con cui giusti - chiamo da sempre uno sfruttamento spietato. Attingendo agli studi scientifici, alla storia, alla letteratura e agli incontri con allevatori e animalisti, in queste pagine Masson ci dimostra l’esatto opposto, rivelando la complessità e sensibilità di questi animali. Un’opera che dà voce a chi da millenni soffre senza parlare, affinché prendiamo coscienza di quanto dolore può essere carico il silenzio.
Traduzione di Giuditta Ghio
Jeffrey Moussaieff Masson (Chicago, 1941) è uno psicoanalista e scrittore. Ha insegnato Sanscrito all’Università di Toronto ed è stato direttore degli Archivi Sigmund Freud. Il Saggiatore ha pubblicato La vita emotiva dei gatti (2016).
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