Il prestigioso premio Nobel è universalmente riconosciuto come la più alta onorificenza scientifica e culturale del nostro tempo. Ma il «premio per l’Economia in memoria di Alfred Nobel», nato successivamente su iniziativa della Banca di Svezia, fin dall’inizio ha suscitato polemiche e contestazioni, persino tra gli stessi vincitori. Con questo premio aggiuntivo, infatti, la scienza economica è stata collocata sullo stesso piano della fisica, della chimica e della medicina, ossia di quegli ambiti della ricerca che Alfred Nobel reputava «i maggiori servizi resi all’umanità». È lecita questa equiparazione? E soprattutto: perché nella scelta dei vincitori l’Accademia delle scienze di Svezia finora ha premiato quasi soltanto la teoria neoclassica dominante, che da decenni plasma il linguaggio della politica e orienta le scelte economiche dei governi?
Emiliano Brancaccio e Giacomo Bracci si pongono un obiettivo ambizioso: analizzare e smontare questo «discorso del potere». Ripercorrendo la storia dei vincitori del Nobel per l’Economia dall’inizio del secolo a oggi, portano alla luce tutti i limiti di un premio che sembra orientato a sostenere un unico paradigma teorico e politico anche quando viene seccamente smentito dalla realtà dei fatti. Alla fine di questo percorso gli autori sollevano una domanda maliziosa: per il bene del progresso scientifico e umano, sarà forse il caso di abolire il premio Nobel per l’Economia?
Il discorso del potere è una critica documentata dei rapporti tra la scienza, l’ideologia e la politica economica che dominano il nostro tempo, e ci insegna che un approccio più rigoroso e più realistico ai problemi economici è possibile. Anzi, necessario.
Emiliano Brancaccio è professore di Politica economica presso l’Università degli studi del Sannio. Autore di ricerche pubblicate su varie riviste accademiche internazionali, ha promosso il «monito degli economisti» contro le politiche europee di austerity apparso sul Financial Times. Per il Saggiatore ha pubblicato insieme a Marco Passarella L’austerità è di destra (2012).
scopri di più sull'autoreGiacomo Bracci è dottorando di ricerca in Economia presso l’Università di Trento. È tra i fondatori della rete «Rethinking Economics Italia», che promuove il pluralismo metodologico nell’insegnamento dell’economia.
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