L’esistenza di pianeti abitabili all’esterno del Sistema solare è ormai certa e gli scienziati sono convinti che presto scopriremo forme di vita extraterrestri; ma siamo davvero pronti per il primo contatto con gli alieni, visto che la nostra fantasia continua a essere popolata dalle creature fantastiche e inquietanti generate nel nostro immaginario dai romanzi e film di fantascienza? Per Arik Kershenbaum dobbiamo partire da ciò che sappiamo della vita sul nostro pianeta: il modo in cui sono fatti gli organismi terrestri può dirci come potrebbero essere fatti i viventi degli altri mondi. Su qualsiasi pianeta, come sulla Terra, gli animali dovranno muoversi, trovare cibo, sfuggire ai predatori, riprodursi, comunicare con i propri simili; e i loro corpi saranno plasmati dalle forze dell’ambiente e dell’evoluzione. Basta uno sguardo più attento alle soluzioni della vita intorno a noi per farci un’idea dei possibili ecosistemi alieni e formulare ipotesi affascinanti quanto plausibili.
Grazie a Guida galattica per naturalisti scopriamo così che lo scheletro di un delfino, simile a quello di un antico ittiosauro, potrebbe essere anche il modello per altri agili predatori acquatici; che in ambienti in cui non ci si può affidare alla vista potrebbero essere diffuse le comunicazioni attraverso suoni, come nei pipistrelli, o segnali elettrici, come in alcune specie di pesci. Visitiamo mondi acquatici ricoperti da una crosta di ghiaccio eterno, sotto la quale organismi simili a granchi e vermi potrebbero vivere capovolti; pianeti costellati di laghi di idrocarburi su cui gli animali potrebbero spostarsi con ciglia o pedicelli come molti invertebrati; atmosfere gassose talmente dense da poter ospitare ecosistemi aerei, dominati da esseri simili a meduse volanti.
Non fatevi prendere dal panico davanti alla vastità del cosmo, alle possibili forme bizzarre dei suoi abitanti, al futuro incontro con civiltà aliene: aprite Guida galattica per naturalisti e preparatevi a viaggiare dove nessun lettore è mai giunto prima.
Traduzione di Luisa Doplicher e Daniele A. Gewurz
Arik Kershenbaum insegna Zoologia presso l’Università di Cambridge. Ha pubblicato numerosi articoli sulle principali riviste accademiche di zoologia e collabora con riviste e quotidiani come Nature, Wired e The New York Times.
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