Giusto terrore: il verbo si fa carne, la carne si fa corpi. Alcuni corpi si fanno proiettile, altri si fanno polvere. Un sentiero di morte, comparso dal nulla e nel nulla diretto, che tuttavia da lungo tempo incrocia le nostre strade. Ma come raccontarlo? Come separare i nomi delle vittime da quelli dei carnefici e farne simboli efficaci, farne storie, renderli fruibili, commestibili, assimilabili? E dove tracciare la linea tra presente e passato, tra storia personale e collettiva, per non finire schiacciati dall’ossessione? È quanto si chiede il narratore, diretto a Roma per «un’ipotesi di consulenza a un progetto di documentari sul terrorismo di matrice jihadista». Il suo viaggio attraversa i luoghi dell’anima e della storia, il lessico pubblico e famigliare, le immagini finte ma veritiere dei film sulla lotta armata e quelle troppo vere dei video delle esecuzioni diffusi dal web. Un cammino in cui ogni fatto porta con sé l’eco di un altro fatto, ogni incontro la memoria di un altro incontro, ogni volto la traccia di un altro volto: sull’Intercity da Sanremo a Roma, il narratore segue il corso dei pensieri fino all’Italicus, alla strage di Bologna, ai militari che oggi presidiano le stazioni; girovagando di notte per Roma si ritrova in via Caetani, che come una madeleine lo riporta all’amico Stefano, ai discorsi sui retroscena brigatisti mentre giocavano con il Commodore 64, alle chiacchierate sulle più belle donne degli anni di piombo, Adriana Faranda e Nadia Cassini; una visita in ospedale alla cugina lo conduce a Nizza, all’attentato della Promenade des Anglais, a quella volta che suo padre rischiò grosso trasportando oltreconfine «l’amico di un amico».
In
Giusto terrore Alessandro Gazoia sfida l’oscurità a rivelare il suo volto: piega le barriere tra fiction e realtà per restituire ogni sfumatura all’abisso e compiere una vertiginosa discesa verso il fondo, guidata dal solo timone della scrittura. Il suo è l’assalto al cuore della più grande paura dell’Occidente.
Alessandro Gazoia
Alessandro Gazoia per minimum fax ha pubblicato Come finisce il libro (2014), Senza filtro (2016)
e ha co-curato l’antologia L’età della febbre (2015).
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l'Espresso
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Un viaggio al centro del terrore sull'intercity Sanremo-Roma
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14 aprile 2018
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Il terrore è dentro di noi e arriva da lontano
Linkiesta
08 aprile 2018
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Politiche della paura
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30 marzo 2018
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Giusto terrore di Alessandro Gazoia
Il Tascabile
28 marzo 2018
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Giusto terrore, conversazione con Alessandro Gazoia
minima&moralia
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ParolePOP intervista Alessandro Gazoia
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16 marzo 2018
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Il "Giusto terrore" di Alessandro Gazoia
Il Secolo XIX
09 marzo 2018
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Gazoia applica il filtro dell'Illuminismo per dissezionare la Ragione
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08 marzo 2018
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Il romanzo cloud: "Giusto terrore" di Alessandro Gazoia
Esquire
03 marzo 2018
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La non fiction novel di Gazoia per raccontare il "Giusto terrore"
Il libraio
19 febbraio 2018
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Dallo Stato islamico alle Brigate Rosse
Internazionale
16 febbraio 2018
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