Il fax, le videocassette, i floppy disc e il walkman: sono tutti oggetti che hanno fatto parte del nostro passato e che sono ormai caduti in disuso, sostituiti dai loro figli evoluti e più pratici. Ma abbiamo mai pensato che questo stesso processo sta accadendo anche al contante? Oggi che la moneta fisica è diventata una sorta di antenato vintage dei pagamenti contactless, di Apple Pay e Google Pay, dei nostri comodi smartwatch e delle criptovalute, come è cambiato il nostro rapporto con il denaro?
Quando ci sentiamo in pericolo, che sia la prospettiva di una crisi finanziaria o dell’arrivo di un uragano, il copione rimane sempre lo stesso: la corsa agli sportelli. La moneta fisica rappresenta una costante delle nostre società, dai soldi lasciati sotto il cuscino dalla fatina dei denti, alle mance nel barattolo alla cassa. Ma allora a chi conviene una cashless society?
Ciò che ci viene presentato dai media ogni giorno come l’inevitabile progresso potrebbe condurre in realtà verso torbidi scenari. Brett Scott, dopo essere stato per anni in prima linea nella finanza mondiale, ci mette in guardia dai rischi della smaterializzazione del denaro. Considerando l’uso del contante come un atto politico, possiamo salvaguardare la nostra privacy e la libertà, oltre che i nostri risparmi.
Traduzione di Fabio Galimberti
Brett Scott (Durban, 1982) è un antropologo, economista ed ex broker. Scrive di criptovalute, blockchain e denaro digitale per The Guardian, New Scientist, Huffington Post, Wired e CNN.com.
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