«Siamo dentro il linguaggio come dentro il nostro corpo.» Questa massima vale per lo scrittore, ma non è certo meno vera per il lettore. Quand’è, si chiede Jean-Paul Sartre, che la parola smette di essere lettera morta per sciogliersi e vivere in un discorso? Cosa le permette finalmente di liberarsi e di agire sul mondo? In una domanda: che cos’è la letteratura?
Nel saggio che apre e dà il nome a questa raccolta, il padre dell’esistenzialismo condensa in pochi tratti i punti essenziali della sua poetica: isola l’attività del prosatore e sancisce la sua superiorità su tutte le arti – compresa la poesia, che ha in comune con la prosa «solo il movimento della mano che traccia le lettere» –, in quanto unico mezzo capace di instaurare una vera relazione fra chi scrive e chi legge. Senza il lettore, ci dice Sartre, il linguaggio non può trasformarsi in azione; né trasformare la società, mancando così l’impegno fondamentale a cui ogni scrittore deve rispondere.
Con Che cos’è la letteratura? possiamo seguire la traiettoria critica di uno dei più grandi e influenti maîtres à penser del Novecento: dall’analisi dell’universo narrativo di William Faulkner a quella della pittura di Giacometti, dalle accuse al «nuovo misticismo» di Georges Bataille alla polemica sull’assurdo, sfociata in una famosa stroncatura allo Straniero dell’amico e rivale Albert Camus. Vero e proprio manifesto contro ogni autoreferenzialità dell’arte, Che cos’è la letteratura? è al tempo stesso una formidabile introduzione all’opera romanzesca e filosofica dell’autore dell’Essere e il nulla e una chiave insostituibile per tornare a interpretarla.Jean-Paul Sartre è nato nel 1905 e morto nel 1980 a Parigi.
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