Schivo, avverso alla notorietà, amante del silenzio; in cinquant’anni di direzione d’orchestra, Carlos Kleiber è salito sul podio poco meno di settecento volte: niente rispetto ai direttori suoi contemporanei. Eppure gode di una fama leggendaria ed è considerato il migliore dai suoi stessi colleghi. I suoi Otello, Rosenkavalier e Fledermaus sono qualcosa di irripetibile nelle parole di chi ha potuto assistere alle sue messe in scena. Pochi hanno esercitato un’influenza così grande, profonda e durevole come lui.
A rompere la sua riservatezza, uno studente della Stanford University: nel 1989 Charles Barber scrive una lettera a Kleiber e, unico fra i molti che ci hanno provato, riceve una risposta. Nasce così Carlos Kleiber. Vita e lettere, libro che raccoglie un carteggio durato quindici anni e che illumina la figura del direttore, mettendone in risalto gli aspetti della professionalità e della personalità tenuti nascosti dal mito. Ecco allora l’analisi della partitura nei dettagli più riposti; il gesto rivolto all’orchestra, teso a far sbocciare il carattere del testo, a regolare l’equilibrio sonoro, a chiarire il ritmo; l’uso di metafore e apostrofi per chiedere ai cantanti di esprimere quello che ancora non sapevano di poter esprimere. E poi ancora l’umorismo giocoso, caustico ed erudito, il pretendere sempre il meglio da sé e da chi lavora con lui, la voracità di conoscenza. Alla base di tutto c’era in Kleiber la ricerca di uno stato di estasi, raggiungibile soltanto attraverso lo studio e la fantasia.
Carlos Kleiber. Vita e lettere non ha il sapore nostalgico del testamento, ma arde di un’esistenza spesa nell’amore assoluto per la musica, nella consapevolezza di chi vive a pieno il proprio presente senza bisogno di celebrazioni, nella gaiezza delle buone relazioni. Uno strumento che invita chiunque, studioso o appassionato, musicista o ascoltatore, a percorrere senza paure la propria strada in quell’infinito, crudele e meraviglioso universo che è la musica.
Traduzione di Marco Bertoli
Carlos Kleiber (1930-2004) è stato uno dei massimi direttori d’orchestra del Novecento. Tra i suoi lavori ricordiamo Tristan und Isolde, debuttato a Bayreuth nel 1974, l’esordio alla Scala con Der Rosenkavalier nel 1976, seguito da Otello (1977) e dalla Bohème (1979), ancora La Bohème al Met con Mirella Freni e Luciano Pavarotti (1988) e le numerose riprese del Fledermaus.
scopri di più sull'autoreCharles Barber (1958) è studioso, direttore d’orchestra e direttore artistico della City Opera di Vancouver. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo Lost in the Stars: The Forgotten Musical Life of Alexander Siloti (2002).
scopri di più sull'autorecarrello
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