Breve storia dell’anima è il racconto di come, nel corso dei secoli, ogni civiltà abbia utilizzato questo concetto per esplorare quelli di coscienza, spiritualità, vita oltre la morte e più in generale il rapporto dell’uomo con Dio e con i suoi simili.
All’origine di tutte le parole che indicano l’anima c’è il respiro, il fiato, il vento: «anima», dal greco ánemos, «vento», che a sua volta discende dal sanscrito ániti, «egli soffia». Per denotarla Platone usava un’altra parola, psyché, a sua volta figlia del verbo psýchô, «soffiare». L’ebraico nefesh la rappresenta con il pittogramma di trachea e polmoni stilizzati. Attorno a ognuno di questi termini sono nate riflessioni inesauribili, che hanno coinvolto la religione e la filosofia, la morale e l’etica.
Gianfranco Ravasi attraversa le epoche inseguendo questo alito vitale con cui gli uomini hanno cercato di definire loro stessi: da Aristotele a san Tommaso, da Hegel a Leopardi, toccando rimandi biblici e letterari, quello di Ravasi è un viaggio nelle parole e nel pensiero ricco di incontri con scrittori e mistici. Un viaggio che si muove tra terre antiche e nuove, tra la Mesopotamia, l’Egitto e la Grecia, tra il mito e le neuroscienze, inseguendo un orizzonte nitido: «Risvegliare, purificare, ravvivare l’anima genuina che è spirito, coscienza, intelligenza e amore».
Il cardinale Gianfranco Ravasi (1942) è ebraista, biblista e teologo. È presidente del Pontificio Consiglio della Cultura e della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra. Scrive per Avvenire e il Sole 24 ore ed è autore, tra gli altri, di Il linguaggio dell’amore (Qiqajon, 2005), La Bibbia secondo Borges (Edizioni Dehoniane, 2017) e Breviario dei nostri giorni (Mondadori, 2018).
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