Duemilacinquecento anni alla ricerca di una risposta: Achille raggiungerà mai la tartaruga?
Tre millenni fa Zenone di Elea costruì una serie di paradossi logici per provare l’impossibilità del movimento, mettendo in crisi un modello a cui, ancora oggi, facciamo ricorso per rappresentarci la realtà. Zenone mise in relazione il movimento con lo spazio e il tempo, ponendo una domanda cruciale: il tempo e lo spazio sono continui come una linea ininterrotta oppure risultano dall’accostamento di un insieme di unità?
Da Galileo a Einstein, dal piano coordinato di Cartesio all’iperspazio di Calabi, la definizione dell’essenza del movimento ha acceso l’interesse di generazioni di «filosofi naturali», che, con tenacia, hanno provato a colmare il divario tra i loro modelli matematici e la realtà.
Joseph Mazur ha ricomposto, con vivaci aneddoti, argomentazioni e dimostrazioni, un rompicapo fra i più antichi della fisica fino agli sviluppi più recenti.
Joseph Mazur è professore emerito di Matematica presso il Marlboro College nel Vermont. Tra le sue opere di storia della matematica e della fisica, il Saggiatore ha pubblicato Achille e la tartaruga (2009) e Storia dei simboli matematici (2015).
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