ISBN 9788842831204 pagine: 408
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Abbecedario per il mondo nuovo

Ogni alfabeto contiene innumerevoli storie. Alla A possiamo incontrare una nuova Antigone, segretaria convinta che la vita non si possa ridurre al solo lavoro. La B è una betulla in cui si cela il segreto della vita dopo la morte, e che va annaffiata con amore. Nel cuore della C si aprono una dopo l’altra delle crepe: una donna fuggita dalla sua famiglia si guarda indietro per la prima volta, mentre un’altra che è sempre rimasta fedele inizia a chiedersi che senso abbia restare. La D delimita i deserti invisibili che separano i genitori dai figli, un fratello da una sorella. La bellezza dell’alfabeto è che non richiede un ordine di lettura, possiamo perderci dentro la vocale di un amore e ritrovarci nella consonante di un viaggio, per poi perderci ancora e ancora.
Comporre un Abbecedario per il mondo nuovo: questa la sfida lanciata dal Piccolo Teatro di Milano ai finalisti e vincitori del premio Hystrio – Scritture di Scena e del premio Riccione – Pier Vittorio Tondelli. Ventisei drammaturghi entro i trentacinque anni di età, uno per ogni lettera dell’alfabeto, che hanno scelto ciascuno una parola che avesse un valore simbolico e fondativo dell’immaginario futuro, e su essa hanno costruito una propria creazione narrativa. Il risultato sono ventisei testi teatrali sperimentali che attraversano l’insieme di forme e possibilità offerte dalla drammaturgia contemporanea italiana, da un dialogo sulla letteratura tra amici cresciuti con Harry Potter a un monologo notturno sulle note della Rapsodia ungherese n.2 di Franz Liszt, da un’intervista allo Yeti dopo la fine del mondo a una conversazione tra due marinai su una barca che, forse, non ha neanche un capitano.
Arricchito dalla prefazione di Gerardo Guccini, Abbecedario per il mondo nuovo è un’antologia di voci e storie uniche, nella quale si riflettono le inquietudini di una generazione trovatasi a varcare le soglie di un cambio d’epoca dai contorni come mai prima confusi: un labirinto di contraddizioni e trasformazioni che il teatro può ancora riuscire a raccontare; cui, soprattutto, può ancora offrire le parole per il suo disvelamento.


Prefazione di Gerardo Guccini


Antigone di Valentina Gamna Betulla di Michele Ruol Crepe di Francesco Toscani Deserto di Riccardo Favaro EEE di Greta Cappelletti Fumatore di Valeria Patota Garbo di Tobia Rossi Hollywood di Tommaso Fermariello Isola di Rosalinda Conti Justine di Tatjana Motta Katàbasis di Marco Morana Letteratura di Fabrizio Sinisi Marinai di Carlo Guasconi Nibbio di Luca Tazzari Omissis di Martina Ruggeri/ Industria indipendente Pnìgos di Margarita Egorova Quasi di Stefano Fortin Rovesciato di Maria Teresa Berardelli Simultaneità di Christian di Furia Tu di Pier Lorenzo Pisano Unni di Michelangelo Zeno/Diego Zanoni Vuoto di Francesco Bianchi Wireless di Ian Bertolini Xabaras di Pablo Solari Y.E.T.I. di Niccolò Matcovich Zitta di Fabio Pisano




«Ogni tanto me lo chiedo: oggi è un giorno nuovo o è di nuovo ieri?»

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